© 2019 Medline Service srl (MI) - Società di Servizi Sanitari in Internet - Tel 334 2880508 - C.F. e P.IVA 01069040077 - REA: MI-2004764
© 2019 Medline Service srl (MI) - Società di Servizi Sanitari in Internet - Tel 334 2880508 - C.F. e P.IVA 01069040077 - REA: MI-2004764
Per comprendere il funzionamento delle fosse nasali bisogna conoscere bene due concetti:
Respirazione nasale: Il naso è dotato di un'apertura esterna dilatabile a livello della narice, detta valvola esterna.
Nella inspirazione tranquilla il flusso dell'aria è praticamente laminare, data la ristrettezza delle fosse nasali.
La presenza di malattie del naso come le deviazioni del setto nasale, l’ipertrofia dei turbinati (gonfiore cronico) e i polipi nasali causano importanti turbolenze e ostacolo al passaggio dell’aria (rinite ostruttiva).
Ciclo nasale: il calibro delle fosse nasali varia in continuazione con il tempo, in maniera speculare tra le due fosse. Non respiriamo mai con entrambe le fosse nasali e nello stesso modo.
Per un concetto di “economia” il corpo utilizza un solo lato del naso per volta mediante una riduzione di volume dei turbinati nella fossa nasale che respira (diminuendo la quantità di sangue in essi contenuta) ed un aumento di volume dei turbinati nella fossa nasale che non respira (aumentando la quantità di sangue in essi contenuta).
Dopo un certo periodo di tempo il fenomeno si inverte. Questo meccanismo viene definito ciclo respiratorio nasale.
La durata del ciclo nasale è relativamente stabile in ciascun soggetto, anche se è influenzata ovviamente dalle caratteristiche fisiche dell'aria inspirata. Essa oscilla tra le 4 e le 7 ore.
In circa il 15% dei soggetti il ciclo nasale è molto irregolare. Il paziente deve conoscere bene il fenomeno anche per valutare bene gli esiti a distanza degli interventi chirurgici.
Funzione olfattiva e gustativa: Il processo dell'olfatto consta di una prima fase, detta della trasmissione dello stimolo, in cui l'aria inspirata raggiunge la fessura olfattiva e le particelle odorose vengono adsorbite nel lenzuolo di muco che ricopre le cellule sensoriali. È del tutto sconosciuta la seconda fase, quella che si svolge a livello delle cellule. Le ipotesi sono numerose, ma in realtà non sappiamo neppure se differenti cellule, o differenti luoghi della loro membrana, siano recettivi per odori differenti. Per generare una sensazione olfattiva le particelle inspirate devono raggiungere una zona particolare delle fosse nasali dove esiste l’epitelio neurosensoriale (regione olfattoria). Tale zona è situata nella parte più alta del naso.
In questa sede esistono anche cellule dotate di recettori specializzati che, insieme ad analoghe strutture del rinofaringe e della faringe, collaborano alla percezione dei gusti. La manifestazione più significativa di questo fatto è la percezione del noto fenomeno del "retrogusto".
Ogni malattia del naso che causa ostruzione al passaggio dell’aria può determinare diminuzioni dell’olfatto (ipoosmia) o anche scomparsa totale del senso (anosmia).
Riscaldamento: Il riscaldamento e anche l’umidificazione dell’aria avviene grazie a organi contenuti all’interno del naso naso detti turbinati. Essi sono costituiti da un piccolo scheletro osseo rivestito da mucosa. La mucosa che è di tipo respiratorio con cellule dotate di ciglia vibratili, poggia su di una sottomucosa ricca di reti di vasi capillari, di shunt arterovenosi e di laghi venosi (tessuto erettile del naso). Questo tessuto è in grado di cambiare di volume con estrema rapidità aumentando o diminuendo la quantità di sangue in esso contenuta. Il sangue cede ovviamente calore all’aria e grazie a questo meccanismo l’aria della faringe ha sempre una temperatura di 36°, qualunque sia quella dell'esterno. Se l’aria è fredda i turbinati si gonfiano di sangue e cedono calore, se l’aria è calda si svuotano e non Modificano le caratteristiche della temperatura.
Umidificazione: La mucosa che riveste le fosse nasali è ricca di ghiandole siero-mucose alle quali è deputata la produzione del muco nasale. Un'importante funzione del muco è quella di umidificare l'aria inspirata grazie al suo contenuto acquoso. Qualunque sia l'umidità di partenza, all'uscita dal naso l'umidità si aggira costantemente sull'80%. Per espletare tale funzione le ghiandole producono più muco cedendo umidità all’aria e il tessuto erettile nasale cambia le dimensioni dei turbinati per cambiare il tipo di flusso aereo.
Tornando al nostro esempio del condizionatore d'aria, l'aria fredda stimola l'aumento di volume dei turbinati che si riempiono di sangue e cedono calore per riscaldarla, l’aria calda inibisce questo meccanismo. L’aria umida stimola l’aumento di produzione di muco nasale per poterla umidificare, l’aria secca inibisce la reazione.
(Esempio): pensiamo ad esempio alla fastidiosa produzione di muco nasale quando ci troviamo di fronte a situazioni in cui l’aria è molto fredda come ad esempio quando siamo in alta montagna. Il netto aumento della produzione di muco in più che percepiamo è legata al fatto che i turbinati si riempiono di sangue per cedere calore all’aria e le ghiandole nasali aumentano in modo sensibile, talvolta anche fastidioso, la produzione di muco.
Filtrazione: Un primo grossolano filtraggio viene eseguito nel vestibolo nasale ad opera delle vibrisse (peli delle narici). Il grosso della filtrazione avviene però a livello delle teste dei turbinati. Qui il 70-80% delle particelle con diametro da 3 a 5 micron (e quasi il 100% di quelle più grandi) resta incarcerato nel tappeto delle ciglia vibratili. Queste "battono" ad un ritmo variabile (da 150 a 1500 volte al 1’) spostando verso l'esterno il "lenzuolo di muco" che riveste le cellule. Purtroppo il sistema non riesce a filtrare e bloccare le polveri sottili con diametro di 2,5 micron che diventano quindi addirittura respirabili, ciò significa che possono penetrare nei nostri polmoni fino ad accumularsi nel sangue e raggiungere varie parti del nostro organismo. In caso di inefficiente respirazione nasale, quando siamo costretti a respirare con la bocca addirittura anche le polveri sottili con diametro fino a 10 micron sono inalabili e si accumulano nei polmoni.
Patologie nasali in ogni malattia del naso tutte le funzioni possono essere in parte compromesse.
Ogni atto di chirurgia nasale, in particolare per la correzione del naso “tappato” dovuto a ipertrofia (gonfiore cronico) dei turbinati e a deviazioni del setto nasale, deve tenere in estrema considerazione il rispetto e la conservazione delle funzioni del naso.
È per questo motivo che negli ultimi anni è nata tutta una serie di tecniche chirurgiche mini invasive che da una parte consentono la correzione delle patologie nasali e dall’altra mantengono inalterate le funzioni fisiologiche del naso.
QUALE E' LA MIGLIOR CHIRURGIA?
Tra le tecniche più efficaci eseguiamo da anni la devascolarizzazione sottomucosa o svuotamento funzionale dei turbinati con laser a diodi e con radiofrequenza di terza generazione (coblator).
In queste tecniche si utilizza la sola anestesia locale con sedazione e si usano mai i fastidiosissimi tamponi nasali.